L’Odontoiatria del bambino è l’essenza della prevenzione. Intesa come la messa in atto di procedure e comportamenti al fine di evitare problematiche nel presente e future, nell’adulto. Perché questo si realizzi è necessario, conveniente che già la futura mamma si rivolga allo studio per ricevere importanti indicazioni e informazioni riguardo la salute orale sua (in questo particolare momento) e del futuro nascituro.
Purtroppo non sempre questo accade e quindi l’odontoiatra infantile si dedica anche alla cura delle patologie che affliggono il cavo orale in età pediatrica, quali carie e problemi gengivali e dell’intercettamento precoce del rischio o presenza di malposizionamento dei denti. Come si può intuire è quindi importante l’approccio psicologico al bambino. Siamo consapevoli del ruolo fondamentale che il Pedodontista (l’odontoiatra dei bambini) ha nell’evitare che il bambino subisca traumi tali da produrre vere e proprie fobie che lo segneranno per tutta la vita pregiudicando per sempre un rapporto sereno con la salute della propria bocca. Approccio psicologico, inteso come accoglimento e instaurazione di un rapporto empatico, atto ad ottenere completa fiducia da parte del piccolo paziente per un’ottimale collaborazione del bambino e dei genitori e un’educazione alla salute orale al fine di ottenere una corretta crescita psico-fisica del paziente.
Il nostro studio si prefigge queste finalità con lettere di presentazione ai genitori, in modo che siano informati sulla nostra filosofia; ambiente accogliente a misura di bambino; abbigliamento che possa rispondere alle fantasie del bambino; personale ausiliario adeguatamente preparato; appuntamenti dedicati anche solo alla conoscenza reciproca. Entrando nel vivo delle procedure, è l’intelligenza emotiva dell’operatrice e il suo linguaggio a misura di bambino a creare empatia, in modo che il piccolo paziente, sentendosi a suo agio, acquisisca la fiducia necessaria.
APPROCCIO PSICOLOGICO
In pedodonzia la prevenzione primaria è rappresentata dall’approccio psicologico. Entrare in empatia con il piccolo paziente è il primo passo verso la ricerca della collaborazione e quindi verso il successo delle terapie. Per motivare il piccolo paziente e renderlo collaborante sono necessari tempo, esperienza e sensibilità da parte dell’operatore e dell’assistente. La comunicazione è alla base della motivazione, ma comunicazione non vuol dire solo informazione, ma interazione con il paziente con lo scopo di attivare un comportamento predisponente alle cure. Questo si ottiene anche attraverso la comunicazione non verbale (voce, sorriso, gestualità) e il metodo tell-show-do, cioè mostrare al paziente gli strumenti che verranno utilizzati e in che modo, per far acquisire una maggior confidenza con l’ambiente. Per ottenere la completa fiducia da parte del piccolo paziente, è importante anche la comunicazione con i genitori, in quanto molto spesso è l’educazione alla salute orale e alla figura del dentista che il bambino riceve che ne condizionano l’atteggiamento.
E’ utile quindi rassicurare prima i genitori con l’invio di una lettera per spiegare gli obiettivi della prima visita e se i genitori lo ritengano opportuno avere un colloquio preliminare in assenza del bambino. La prima visita dovrebbe avvenire già intorno ai 3 anni e possibilmente senza che il bambino abbia già problemi che siano fonte di dolore e quindi di trauma psicologico. E’ importante anche l’ambiente in cui il bambino viene accolto, che sia ricco di colori e con spazi dedicati in modo che il piccolo paziente si possa sentire a suo agio. Libri, giochi e la possibilità si disegnare faranno trascorrere il periodo di attesa in modo rilassante.